Secondo alcuni l'attuale toponimo, attestato nel Catalogus Baronum, coinciderebbe con il nome dell'antica Forum Popilii; dal punto di vista formale, tuttavia, è preferibile pensare a un riflesso del termine polla 'vena d'acqua' o del personale femminile latino Polla. Del borgo medievale si hanno scarse notizie: fu sottoposto al dominio di vari feudatari (Altavilla, Fasanella, Sumeroso, Sanseverino, Villano e Capecelatro) e al controllo di cinque ordini monastici (benedettini, cappuccini, domenicani, clarisse e francescani). Vanta alcune interessanti memorie storico-architettoniche, tra cui spiccano l'antico convento di Sant'Antonio, impreziosito da un portale cinquecentesco e da una navata interamente affrescata e soffittata da tele del Seicento, e la pietra miliare di Gaio Urziano, nota anche come Lapis Pollae, che costituisce la testimonianza più rilevante dell'età romana nel Vallo di Diano.
Polla fu l'epicentro del disastroso terremoto del Vallo di Diano del 1561
Il comune di Polla è stato dal 1811 al 1860 1811 capoluogo dell'omonimo circondario appartenente al Distretto di Sala del Regno delle Due Sicilie.
Dal 1860 al 1927, durante il Regno d'Italia, è stato capoluogo dell'omonimo mandamento
Negli anni della seconda guerra mondiale, tra il 1940 e il 1943, Polla fu uno dei comuni della Campania destinati dalle autorità fasciste ad accogliere profughi ebrei in internamento civile. Gli internati furono liberati con l'arrivo dell'esercito alleato nel settembre 1943.